Ritorno a Melfi

Con il job acts Fiat c’è

Mille cinquecento posti di lavoro nei prossimi tre mesi, chiusura della Cigs, con rientro immediato di tutti i 5.418 dipendenti dello stabilimento Sata. Melfi così “diventerà il più grande stabilimento di vetture in Italia”, parola di Sergio Marchionne. Stando al programma presentato, già dalla prossima settimana saranno inseriti circa 300 nuovi lavoratori ai quali si aggiungeranno subito altre cento persone provenienti dallo stabilimento di Cassino. Il sindacato ha stappato bottiglie di spumante per festeggiare. “Fiat c’è, investe e produce oggi e lo farà per gli anni a venire”. Marchionne non è più il nemico del popolo. Si tratta di “una vera e propria iniezione di fiducia per il mondo metalmeccanico e per il Paese intero”, dicono anche in Fiom. Non potrebbe essere altrimenti poiché 1500 assunzioni sono solo un antipasto delle buone notizie che attendono i lavoratori della Fca in Italia. La domanda che viene spontanea è se il Jobs Act abbia favorito le nuove assunzioni. Per l’Ad di Fca, Sergio Marchionni, un sistema di regole che aiuta a gestire anche una potenziale contrazione del mercato, “aiuta moltissimo”. Soprattutto grazie al Jobs Act non siamo più una realtà anomala rispetto al resto del mercato degli altri paesi. Solo Landini può pensare che qualcuno assuma con l’obiettivo di licenziare. Ma i mercati, ahimè, sono indipendenti, persino dall’assenza della domanda. Cambi i prodotti e la domanda si ricrea. L’economia è sempre un problema di risposte. L’andamento decisamente positivo sul mercato dei nuovi modelli Jeep Renegade e Fiat 500X, lo ha dimostrato, rendendo possibili le nuove assunzioni. Quando trovi le risposte, il mercato riparte e per trovare le risposte, c’è bisogno anche di una flessibilità legata all’efficienza e ad uno spirito competitivo. I sindacati in America lo capirono fin dall’inizio del900. Chissà se verso la metà del 2000 lo capiranno anche in Italia.

Roma, 13 gennaio 2015